Chiedi ad un bambino di disegnare una casa…siamo partiti da qui.
Questo edificio, ultimato nel 2013, non è solo una villetta monofamiliare, ma è la sintesi di molte anime: la libertà privata, la gestione dell’ammistrazione pubblica, l’attaccamento alle tradizioni, il bisogno di innovare. Molte città italiane hanno tessuti urbani, centrali e di periferia, paesaggisticamente compromessi.
Alle spalle abbiamo decenni di speculazione edilizia ed oggi da parte delle Amministrazioni locali si tenta un recupero degli antichi valori estetici, ma questo ritorno alle tradizioni se non è in chiave contemporanea non funziona.
Mentre le soluzioni tecnologicamente innovative ed economiche sono possibili, sono relegate al campo della funzionalità e private dell’estetica. Come risultato, molte famiglie sono costrette a scegliere tra la vita in città e la bellezza. Talvolta, fortunatamente, si incontrano Amministrazioni locali con una visione integrata ed innovativa: insieme allora si possono realizzare architetture tradizionali con un tocco che racconta il nostro tempo.
“La forma è stata concepita facendo alcune piccole alterazioni alla forma di base della casa: l’introduzione di un nodo in una delle facciate che si estende direttamente ad una cresta inclinata provoca una forma dinamica e apparentemente complessa” secondo gli architetti. L’ingresso è come un morso fuori della struttura, un’apertura bianca al riparo nella facciata di mattoni scuri.
Come si entra, il contrasto con una forte luminosità interna è molto evidente e proietta il visitatore in un accogliente ambiente familiare.
L’ampio soggiorno aperto con un doppio volume. Pavimenti, pareti e soffitti – anche i mobili da cucina – sono finiti in questa tavolozza minimalista tra i toni del sabbia e del tortora.